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Sui limiti del comporre


Dicembre 2018


Ieri bellissimo concerto di AltreVoci ensemble, gruppo che da anni propone con rigore e continuità musica nuova e nuovi autori, nei limiti del possibile.


Limiti, appunto, quelli che volevo indagare con Limes I del 2015 interpretato per l'occasione da Luca Benatti (piano) e Stefano Raccagni (violino): un brano importante per me perché segna una cesura evidente con la mia produzione precedente. Nel 2015 studiavo con Paolo Aralla il quale mi spingeva a ridurre all’”osso” la ricerca, a trovare una mia strada indagando le fondamenta del suono e il “grado zero” del discorso musicale.

Ricordo la prima esecuzione all’Accademia Filarmonica di Bologna ad opera di Valentino Corvino e Stefano Malferrari (il titolo allora era Limes, senza il numero). Dopo il concerto, Azio Corghi che conosceva altri miei lavori mi chiese con stupore: “ti sei dato alla sperimentazione?” Suoni al limite in effetti, almeno per la mia esperienza.

Era ancora molto di moda il “saturazionismo” di Cendo e Bedrossian, con altri brani similari di compositori del nord Europa e d’oltre oceano che portava all’estremo alcuni caratteri dello spettralismo, indagando la distorsione delle masse sonore e le sottigliezze timbriche ai limiti dell’udibile. Attratto sempre più da quella via presentai Limes all’Accademia di Santa Cecilia di Roma; Ivan Fedele lesse il titolo con curiosità: guarda caso, l’edizione appena passata della Biennale musica di Venezia da lui diretta si intitolava proprio “Limes”. Quell’edizione del festival mi era sfuggita e una volta tornato a casa recuperai un’intervista dove il Maestro esprimeva in maniera impeccabile il concetto che avevo a cuore: “Limes come confini che desiderano di essere valicati […], confini culturali, concettuali […], l’idea di superare i confini che sono dentro di noi è uno degli obiettivi dell’artista, il quale altrimenti sembra non riuscire a immaginare e realizzare il proprio universo personale”. Limiti per creare, …catene per essere liberi - diceva Stravinskij. Proprio questo è il senso profondo del mio brano, in cui il limite di un unico “gesto” ripetuto (un glissato sull’intera corda del violino) è a fondamento dell’indagine materica. Chiunque abbia studiato con Fedele si ricorderà la sua avversione - tra l’ironico e il canzonatorio - per la parola “gesto”, al quale avrebbe preferito “figura musicale”, o altro; io invece continuo a preferire il primo termine perché sottende qualcosa di dinamico, pluridimensionale, potenzialmente aperto e maggiormente esposto a contaminazioni, tant’è che Limes è diventato Limes I, primo di una serie di brani in divenire che si superano e si rigenerano, arricchendosi di volta in volta del contributo di elettronica, video e quant’altro.


Sul tema del “gesto” ha scritto vari post Andrea Sarto nel blog Nu/thing, che mi è già capitato di segnalare. Nu/thing oltre a un blog è un collettivo di compositori del quale insieme a Sarto ha fatto parte Marco Momi - che ha aperto il concerto di Altrevoci con i Tre nudi per pianoforte. La musica di Sarto, Momi e gli altri compositori del collettivo Nu/thing assieme ad alcuni brani proposti nel blog fu forse il vero motivo che mi spinse a superare i limiti di allora e che produsse non solo Limes, ma addirittura una tesi di laurea discussa a Modena con Antonio Giacometti - sempre nel programma di ieri - che accettò con coraggio la sfida di un argomento al limite del contesto accademico, ovvero un neonato blog di compositori non ancora celebrati dalla tradizione. Blog e nuova scena compositiva, parole e musica… quali sono i limiti del reciproco orizzonte espressivo? Esistono limiti allo loro interazione? Domande che interessano l’uomo dalla notte dei tempi e che investono la storia della musica dal gregoriano a Beethoven, da Monteverdi alle mille sfaccettature del contemporaneo e che non possono certo essere sviscerati in questo articolo, anche perché mi ero posto il limite di lettura di un minuto circa, spero di non averlo superato…

Ormai giunti al limite dell’anno non mi resta che augurare buone feste e, come proposito per il 2019, un buon superamento dei propri limiti a tutti!


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